Che cos’è l'esame istologico in medicina veterinaria?
L’esame istologico è uno strumento diagnostico che prevede l’analisi di un campione di tessuto ad opera di un medico veterinario esperto e/o specializzato in anatomia patologica veterinaria. Il campione esaminato viene visualizzato al microscopio o su uno schermo. In questi ultimi anni infatti si stanno diffondendo sistemi di scansione che trasformano l’immagine del microscopio in un file digitale visualizzabile tramite un computer.
A cosa serve?
L’esame istologico ha l’obiettivo di fornire la diagnosi della patologia nel campione esaminato. L’istopatologo che esamina il preparato istologico produce un referto da fornire al medico veterinario. Il referto include la diagnosi ma anche altre informazioni, per orientare la gestione clinica del paziente in base alla patologia diagnosticata: terapia, monitoraggi, ulteriori accertamenti diagnostici necessari.
Su che tessuti può essere eseguito?
L’esame istologico si può eseguire su qualsiasi tipologia di tessuto: dal nodulo asportato dalla cute al campione bioptico millimetrico prelevato da un organo interno o una cavità corporea (come quella nasale).
Cosa contiene il referto
Oltre alla diagnosi, il referto contiene una descrizione del quadro microscopico osservato dall’istopatologo. Nella descrizione sono presenti molte informazioni, alcune delle quali di particolare importanza in funzione del processo patologico/tipo di campionamento.
In caso di asportazione completa di una lesione, un elemento particolarmente rilevante è la valutazione dei margini di escissione.
In caso di neoplasia informazioni su parametri morfologici e/o sul grado di proliferazione cellulare (numero di mitosi/conta mitotica/indice mitotico) possono avere rilevanza nel definire la prognosi.
Tempi di lavorazione del campione e refertazione
Il tempo che intercorre tra il campionamento all’ottenimento del referto è variabile. Da un minimo di 2-3 giorni fino a qualche settimana.
La tempistica può variare in funzione di vari fattori:
1) fattori logistici: tempo che intercorre dal campionamento al conferimento al laboratorio;
2) fattori tecnici: tempo di fissazione di campioni, necessità di decalcificare campioni che contengono tessuto osseo; necessità di eseguire maggiori sezioni e campionamenti per lesioni di complessa valutazione;
3) “complessità” del caso clinico che può richiedere maggior tempo di osservazione, consulto con altri patologi, ricerca bibliografica.
Limiti dell’esame istopatologico
Come tutti le tecniche diagnostiche l’esame istopatologico ha grandi potenzialità e vantaggi, ma anche limiti che possono dipendere da fattori tecnico-strumentali (tipo e qualità del campionamento) o fattori biologici (tipo di tessuto, tipo di processo patologico).
- Scarsa fissazione e autolisi
I campioni di tessuto che sono destinati all’esame istopatologico saranno posti in un apposito liquido “fissante” che ha la funzione di evitare al tessuto di colliquarsi o seccarsi. Infatti un campione non adeguatamente “fissato" può non essere valutabile e quindi non essere utile per diagnosi.
- Quantità
La quantità di tessuto esaminato può influire sulla qualità della diagnosi. E’ abbastanza intuitivo comprendere che, l’esame di campioni tissutali di dimensioni molto piccole potrebbero non contenere sufficienti informazioni per arrivare alla diagnosi definitiva. Allo stesso tempo i campionamenti bioptici microscopici hanno il grande vantaggio di consentire il raggiungimento dell’organo da campionare con procedure mini-invasive.
Fig. 1 - Emangioma cutaneo
Diagnosi “non definitiva”
Può capitare, non raramente, che la diagnosi riportata nel referto non identifichi in maniera definitiva ed univoca un preciso processo o entità patologici.
Questo può essere causato da vari motivi:
- viene esaminata un certo tipo di neoplasia ma questa può avere aspetti microscopici similari e sovrapponibili ad altre neoplasie e quindi non è possibile definire precisamente di che neoplasia si tratti.
- alcuni tessuti tumorali possono essere molto simili nella loro variante benigna e maligna, pertanto può non essere possibile discriminare il grado di malignità della lesione.
- si identifica un processo infiammatorio ma non se ne visualizza/identifica la causa.
- si esamina un campione parziale della lesione e questo non contiene tutte le alterazioni che permettono di formulare una diagnosi definitiva o contiene alterazioni aspecifiche che sono comuni a processi patologici di varia natura.
- più processi possono essere comporaneamente presenti e questo complica la valutazione. Inoltre un processo potrebbe “oscurare” l’altro.
Esami addizionali
L’esame istologico è uno strumento che si inserisce nell’algoritmo diagnostico del medico veterinario curante e che quindi lo integra con i tutti i dati clinici per procedere con la gestione del paziente.
L’esame istologico può non fornire una diagnosi completa e l’istopatologo potrebbe suggerire degli esami addizionali da eseguire sul campione già inviato (per esempio indagine istochimica, immunoistochimica, o di biologia molecolare) o su un nuovo campione (per esempio tamponi o biologia molecolare per identificare agenti infettivi) per approfondire e definire la diagnosi.
Fig. 2 - Mastocitoma
In copertina: esame istologico di mucosa nasale: rinite
Tutte immagini sono gentilmente concesse dall'Autore
Lascia i tuoi commenti
Posta commento come visitatore