Con il termine di uveite si intendono le infiammazioni intraoculari che colpiscono principalmente l’iride e i corpi ciliari (strutture che producono l’umor acqueo).
La sintomatologia può essere molto varia ma risulta caratterizzata da dolore, arrossamento congiuntivale, lacrimazione, fotofobia e difficoltà visive.
Di solito alla visita clinica è possibile osservare miosi (pupilla più stretta), intorbidimento dell’acqueo, rossore sclerale e pressione oculare bassa. Talvolta l’infiammazione si estende al corpo vitreo (vitreite) e, nelle forme più gravi, anche alla coroide, con eventuale distacco di retina e cecità.
Le cause di uveite sono molteplici e si possono dividere in forme infettive e non infettive:
- Le forme infettive possono essere virali (FeLV, FIV, FIP, Cimurro, Adenovirus, ecc), batteriche (Leptospirosi, Borrelia, Brucella, ecc) e parassitarie (Leishmania, Toxoplasma, Erlichia, Rickettsia, Funghi, Alghe, ecc).
- Le forme non infettive si dividono in immunomediate, che sono le più comuni (es: sindrome uveodermatologica, uveite lente indotta), neoplastiche (es: melanoma, adenocarcinoma dei corpi ciliari e linfoma), traumatiche, riflesse (associate ad ulcere corneali) e metaboliche (es: iperlipidemia e diabete).
Per la diagnosi si deve ricorrere ad esami del sangue e delle urine completi, test sierologici e talvolta anche alla diagnostica per immagini (ecografia, TAC/RM), anche se spesso non è possibile evidenziare una causa certa: in questi casi si parla di uveite idiopatica. L'uveite idiopatica è molto frequente nell’uomo e nel gatto (anziano), con un’evoluzione lenta e a volte subclinica.
La terapia deve essere il più possibile mirata alla causa, ma riconosce come farmaci principali alcuni antibiotici e antinfiammatori sistemici e topici, spesso da assumere in maniera continuativa a dosi più basse.
Come frequente complicanza di queste infiammazioni può comparire il glaucoma, condizione caratterizzata dall’aumento della pressione endoculare per l’occlusione dell’angolo di drenaggio dell’umor acqueo.
La pressione elevata crea un danno irreversibile al nervo ottico, con dolore oculare e perdita della visione permanente. In questi casi risulta necessario ricorrere a terapie che riducano la pressione, ma che spesso si rivelano inefficaci: per tale ragione può essere necessario impiegare soluzioni chirurgiche (ad es. laser, enucleazione).
La prognosi per il mantenimento della vista in caso di uveite risulta sempre riservata e la diagnosi precoce appare fondamentale per limitare i danni, per questo non si devono sottovalutare i primi segni clinici, anche se alcuni sintomi (per es. il rossore oculare) sono comuni ad altre patologie meno gravi (ad es. congiuntiviti, sindrome dell’occhio secco, patologie corneali).
Foto di copertina - uveite linfoplasmocitica in un gatto - (immagine concessa dall'autore Dr. Domenico Multari)
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