Che cosa è la colangite del gatto?
La colangite del gatto (o colangioepatite) è una malattia di natura infiammatoria che colpisce le vie biliari e il fegato dei gatti. La colangite è una malattia epatica frequentemente diagnosticata nella specie felina e seconda solo alla sindrome della lipidosi epatica.
Cosa causa la colangite del gatto?
La colangite del gatto esiste in 2 forme principali: la colangite neutrofilica e la colangite linfocitica.
La colangite neutrofilica è causata da una infezione delle vie biliari da parte di batteri di origine intestinale.
La colangite linfocitica è invece sterile e causata da una disfunzione del sistema immunitario (malattia immunomediata) con l’accumulo di cellule immunitarie nelle vie biliari e nel fegato con conseguente infiammazione e fibrosi.
Una terza forma di colangite, molto rara e riportata solo in alcune aree geografiche del mediterraneo e il alcuni paesi subequatoriali, è la colangite parassitaria causata dalla migrazione di parassiti (assunti accidentalmente dal gatto in seguito all’ingestione di pesce parassitato) dall’intestino al dotto biliare dove causano una ostruzione con conseguente grave reazione infiammatoria.
Quali gatti possono sviluppare la colangite?
Nella colangite del gatto non sono state appurate predisposizioni di razza, sesso o età. Tuttavia, la forma neutrofilica è più frequente nei gatti di giovane età, mentre la forma linfocitica è più comune nei gatti di mezza età. Infine, alcuni studi scientifici hanno evidenziato un rischio maggiore per i gatti di razza Persiana di contrarre la forma linfocitica della malattia.
Quali sono i sintomi tipici della colangite del gatto?
I segni clinici mostrati dai gatti affetti da colangite sono diversi e dipendono in parte dalla durata e dalla gravità della malattia e dalla presenza o meno di interessamento di altri organi addominali anatomicamente e funzionalmente annessi al fegato come il pancreas e l’intestino tenue.
I sintomi più comunemente riportati dai proprietari di gatti con colangite includono:
- Inappetenza o anoressia
- Letargia
- Nausea e eccessiva salivazione
- Sintomi gastrointestinali quali vomito e meno comunemente diarrea
- Perdita di peso (più comune nella forma linfocitica che ha un andamento cronico)
Sintomi meno comuni includono:
- Colorazione giallastra (ittero) delle sclere (occhi), della mucosa orale e della cute visibile (più comune nella forma neutrofilica)
- Distensione dell’addome (causata da perdita di liquido nell’addome, nella forma linfocitica)
- Aumento della fame (polifagia, nella forma linfocitica)
Quali rilievi vengono riscontrati all’esame clinico di un gatto con colangite?
I rilievi dell’esame clinico nei gatti con colangite dipenderanno dalla durata e gravità della malattia, dalla presenza di patologie concomitanti o dalla comparsa di complicazioni legate alla malattia.
I rilievi più comunemente riscontrati (non obbligatoriamente presenti) includono:
- Condizione corporea subottimale
- Disidratazione
- Ipersalivazione (segno di nausea)
- Depressione e letargia
- Colorazione giallastra delle mucose e della cute (ittero)
- Febbre (più comune nella forma neutrofilica)
- Dolorabilità addominale
- Aumento di volume del fegato
- Riscontro di distensione addominale da accumulo di liquido libero
Come si può diagnosticare la colangite nel gatto?
Per emettere la diagnosi definitiva di colangite, per caratterizzarne la forma (neutrofilica o linfocitica) e infine per delineare una terapia mirata sarà necessaria una biopsia del fegato con esame istologico unitamente a un esame colturale della bile.
Tuttavia, prima di procedere con la biopsia epatica sarà prima necessario avanzare un sospetto clinico di colangite ed escludere la presenza di patologie concomitanti mediante l’esecuzione di indagini iniziali come esami di laboratorio ed ecografia addominale.
Le alterazioni più comunemente riscontrate negli esami di laboratorio in gatti con colangite includono:
- Presenza di una lieve anemia
- Aumento o riduzione del numero dei globuli bianchi
- Aumento della bilirubina (pigmento responsabile della colorazione giallastra delle mucose e della cute)
- Aumento degli enzimi epatici come ALT, ALP, GGT
- Aumento delle globuline (una frazione delle proteine ematiche)
L’esame ecografico dell’addome è una indagine molto utile ad avanzare il sospetto di colangite e a valutare la presenza di patologie concomitanti a carico di pancreas e intestino. Inoltre, l’esame ecografico permette di raccogliere prelievi di tessuto epatico per ago infissione (generalmente poco invasivi e ben tollerati) per esecuzione dell’esame citologico, che in circa il 30% dei casi può essere sufficiente per diagnosticare una colangite neutrofilica senza la necessità di eseguire una biopsia (solitamente necessaria per una diagnosi definitiva).
I rilievi più comuni all’esame ecografico addominale in gatti con colangite includono l’aumento di volume del fegato, l’ispessimento della parete della cistifellea con accumulo di sedimento (Figura 1), la dilatazione delle vie biliari.
Una volta avanzato il sospetto di colangite attraverso le indagini iniziali sarà necessario, nella maggior parte dei casi, procedere con l’esecuzione di una biopsia epatica e l’esame istologico per ottenere la conferma della diagnosi di colangite e per caratterizzare la forma della malattia, neutrofilica o linfocitica della malattia. I criteri istologici utilizzati per classificare la colangite in una delle due forme sono il tipo di infiltrato cellulare riscontrato, la presenza di necrosi, il coinvolgimento dei piccoli dotti biliari e del loro rivestimento e la presenza di fibrosi significativa.
Figura 2. Immagine ecografica di fegato affetto da colangite. Si notano ispessimento della parete della colecisti con presenza di materiale sedimentato al suo interno.
Quali metodi il Veterinario può utilizzare per raccogliere una biopsia epatica?
Le biopsie del fegato, per poter poi effettuare un esame istologico, possono essere raccolte con 3 metodi differenti.
Il primo è quello ecografia-guidato attraverso l’uso di aghi da biopsia appositi (Figura 2). Le biopsie ottenute con questo metodo sono relativamente piccole per cui vanno raccolte in numero adeguato a far si che l’esito dell’esame istologico sia rappresentativo di tutto il fegato.
Il secondo metodo è quello chirurgico laparoscopico. La laparoscopia è una tecnica mininvasiva che si effettua attraverso piccole incisioni nella parete addominale senza ricorrere a una vera e propria apertura chirurgica della cavità addominale. Con questa tecnica i campioni ottenuti sono di dimensioni adeguate e il recupero dalla procedura è rapidissimo.
Il terzo e ultimo metodo è quello della laparotomia esplorativa con apertura chirurgica della parete addominale ed esplorazione diretta del fegato e la raccolta di campioni bioptici di dimensioni maggiori rispetto alle altre due tecniche.
La scelta della tecnica dipende da una serie di fattori e verrà scelta dal Medico Veterinario.
Inoltre il Veterinario può decidere di effettuare anche un prelievo di bile dalla cistifellea per un esame colturale che permette di isolare e identificare batteri (nel caso della colangite neutrofilica) e di valutare la scelta dell’antibiotico più efficace. I batteri più frequentemente isolati dalla bile di gatti con colangite neutrofilica sono Escherichia coli, Streptococchi ed Enterococchi tutti di origine intestinale.
Figura 2. Esecuzione di una biopsia ecoguidato con ago Tru-Cut.
Quale è la terapia della colangite del gatto?
Il trattamento della colangite del gatto dipende dalla forma della malattia.
Nel caso della colangite neutrofilica la terapia è basata sull’uso di uno o più antibiotici idealmente scelti sulla base del risultato dell’esame colturale e della prova di antibiotico suscettibilità. Nei casi acuti e gravi di questa forma di colangite sarà necessario iniziare rapidamente la terapia antibiotica prima che i risultati dell’esame colturale siano disponibili. In questo caso gli antibiotici più utilizzati sono quelli in grado di agire su batteri di origine intestinale e di raggiungere quantità adeguate nella bile. La durata della terapia varierà dalla gravita della malattia ma solitamente prevede circa 4 settimane di trattamento.
Nel caso della colangite linfocitica che, al contrario della forma neutrofilica, è sterile e su base immuno-mediata, la terapia prevede l’uso di farmaci immunosoppressivi (che sopprimono il sistema immunitario) in aggiunta a farmaci ad azione antiossidante e epatoprotettiva. Nel caso della colangite linfocitica la durata della terapia è più lunga e in alcuni casi indefinita.
In aggiunta alla terapia specifica della colangite sarà importante stabilire un regime terapeutico di supporto individuale che tenga presente anche dei sintomi del gatto a base di fluidoterapia endovenosa (nel caso di disidratazione), alimentazione assistita (nel caso di anoressia prolungata), di farmaci anti-vomito e di analgesia (nel caso di dolore addominale).
Quale è la prognosi della colangite nel gatto?
Nel complesso la prognosi della colangite neutrofilica non complicata è ottima con una buona percentuale di gatti che ritornano alla normalità al termine del trattamento antibiotico.
Nella colangite linfocitica la risposta alla terapia è più variabile per via della natura immunomediata della patologia. Solitamente la maggior parte dei gatti affetti dalla forma linfocitica hanno un miglioramento clinico iniziale ma subiscono poi una recidiva alla sospensione della terapia che viene quindi continuata nel lungo-termine.
Nel corso della terapia per colangite, il veterinario dovrà monitorare il decorso della malattia attraverso visite ed esami di controllo necessari per decidere se modificare o sospendere la terapia.
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