Nutrizionisti e veterinari da molti anni s’interessano alla fibra alimentare come componente degli alimenti per animali da compagnia o come integratore.
La fibra è stata usata tradizionalmente per modificare la qualità delle feci, come ausilio nella gestione del peso e del diabete mellito, ma più di recente la fibra ha mostrato avere effetti sulla flora intestinale ovvero sul microbiota.
È stato scientificamente dimostrato come l’apporto di fibra nelle razioni alimentari svolga un ruolo adiuvante la terapia di diverse patologie metaboliche (obesità, diabete mellito, ipercolesterolemia, ipercalcemia ecc.) e un ruolo preventivo e terapeutico nei confronti di alcuni disturbi dell’apparato intestinale (stipsi, tricobezoari, diarrea).
La fibra è un componente alimentare difficile da definire, potremmo definirla semplicemente come quel componente alimentare vegetale non attaccabile dagli enzimi digestivi.
I vegetali così come i cereali integrali sono una ricca fonte di fibra.
Sebbene non esista di per sé la necessità nutritiva delle fibre alimentari, la presenza di una piccola o moderata quota di fibra nella dieta dei nostri animali da compagnia è a volte necessaria per un corretto funzionamento dell’apparato digestivo.
Le fibre possono essere classificate in base alla loro solubilità e fermentabilità.
Le fibre insolubili, come la cellulosa, aumentano la massa fecale, assorbono le tossine e normalizzano la motilità intestinale.
Le fibre solubili, come lo psyllio e la gomma di guar formano un gel in acqua che ritarda lo svuotamento gastrico e rallenta l’assorbimento nel piccolo intestino.
Le fibre alimentari sia solubili che insolubili possono essere di beneficio nel trattamento sintomatico di alcuni casi di diarrea del grosso intestino, poiché favoriscono la normalizzazione del tempo di transito intestinale e aumentano il contenuto di acqua nelle feci.
Non sono consigliate nelle patologie gastriche (possono ritardare il tempo di svuotamento gastrico) o del piccolo intestino in presenza di mal assorbimento (in quanto possono sfavorire la digestione).
Le fibre fermentabili come la polpa di barbabietola, i betaglucani (fibre dei cereali integrali come avena e orzo), la pectina (mela), la gomma di guar, l’inulina (es. cicoria), e i FOS (es polpa di banana acerba) possono avere un effetto positivo sulla barriera intestinale, ovvero la mucosa dell’intestino che è lo strato più interno, e possono stimolare la crescita di batteri intestinali salutari come i Bifidobacter e i Lattobacilli.
Questi batteri si sono rivelati benefici perché inibiscono la crescita dei batteri patogeni intestinali.
Inoltre, i batteri presenti nel colon degradano queste fibre fermentabili producendo acidi grassi a catena corta che hanno un ruolo importante a livello metabolico favorendo la salute dell’intestino.
È probabile che variare le quantità e i tipi di fibra influenzi la popolazione microbica gastrointestinale del cane e del gatto, anche se la ricerca nel campo del microbiota (flora intestinale) è appena all’inizio.
Considerato il numero crescente di studi condotti su cani e gatti che dimostrano i numerosi effetti benefici dei diversi tipi di fibre (fermentescibili e non) sull’apparato gastroenterico, è possibile ritenere che presto le fibre verranno classificate come sostanza nutritiva indispensabile in queste specie.
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