La pediculosi nel cane e nel gatto

La pediculosi nel cane e nel gatto


Cos’è la pediculosi?


La pediculosi è l’infestazione da pidocchi. 

I pidocchi sono insetti piccoli, privi di ali, appiattiti dorso-ventralmente e provvisti di arti e robusti artigli che consentono loro di ancorarsi ai peli del mantello.

I principali pidocchi appartengono al sottordine degli Anopluri, pidocchi pungitori, che infestano solo i mammiferi placentati, e dei Ischnocera, pidocchi masticatori (precedentemente indicati come Mallofagi), che infestano mammiferi e uccelli. 

I primi hanno un apparato buccale preposto a succhiare il sangue, mentre i secondi a mordere e masticare, e pertanto non sono ematofagi ma si nutrono di detriti epidermici e peli.

 

Quali pidocchi interessano il cane e il gatto?


Due specie di pidocchio interessano il cane rappresentate da Trichodectes canis, pidocchio masticatore, e Linognathus setosus, pidocchio pungitore ematofago, mentre Felicola subrostrata, pidocchio masticatore, è l’unico pidocchio che infesta il gatto.

Mentre Trichodectes canis e Felicola subrostrata sono ampiamente diffusi in Italia, Linognathus setosus è un pidocchio diffuso nei climi più freddi, in particolare nei paesi scandinavi.

 

La pediculosi è contagiosa?

 

I pidocchi sono altamente ospite-specifici e molte specie prediligono specifiche aree anatomiche. 

I pidocchi non sono in grado di sopravvivere per più di 1 o 2 giorni al di fuori del loro ospite e tendono a rimanere su un singolo ospite per tutta la vita.

La trasmissione avviene tramite stretto contatto diretto tra animali infestati e animali recettivi in quanto i pidocchi abbandonano l’ospite solo per trasferirsi su di un altro animale. Essendo altamente ospite-specifici la trasmissione si verifica solo tra ospiti della stessa specie.

Nelle aree a clima temperato sono descritte fluttuazioni stagionali con aumento delle infestazioni nel periodo invernale probabilmente favorite dalle caratteristiche del mantello dell’ospite.

Gli animali a pelo lungo sono più soggetti alle infestazioni anche se le più gravi si osservano in soggetti denutriti o che vivono in scarse condizioni igieniche.

 

Come si manifesta la pediculosi?

 

I pidocchi si distribuiscono su tutto il corpo ma tendono a localizzarsi prevalentemente su testa, collo e regione dorso-lombare.

Le lesioni cliniche riscontrabili sull’animale variano in funzione del numero di parassiti e dell’intensità del prurito che è estremamente variabile (da assente a moderato). 

Alcuni animali sono asintomatici ed i pidocchi si possono osservare in movimento sui fusti piliferi; spesso si evidenziano solo le uova (lendini) adese ai fusti piliferi che, ad un’osservazione macroscopica a distanza, possono essere confuse con scaglie, ma facilmente distinguibili con un esame ravvicinato grazie alla loro silhouette ovalare ed il colore biancastro. Il pelo può apparire opaco, arruffato e di aspetto sporco. 

Altri animali infestati possono presentare lesioni primarie (scaglie, papule) o secondarie aspecifiche da autotraumatismo (alopecia, escoriazioni, croste).

Nel gatto è possibile osservare quadri di alopecia simmetrica autoindotta e di dermatite miliare. 

Nel cane le gravi infestazioni da Linognathus setosus, soprattutto nei cuccioli, possono essere responsabili di gravi anemie.

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Fig. 1: Grave infestazione in un gatto con numerose lendini e parassiti

Come si fa la diagnosi di pediculosi?

 

I pidocchi e le loro uova possono essere facilmente osservabili mediante esame visivo diretto o con lente di ingrandimento. 

L’esame microscopico del pelo o l’esame con nastro adesivo trasparente permettono la loro identificazione al microscopio ottico.

Un’altra metodica diagnostica è lo spazzolamento del mantello che consente di raccogliere sul tavolo da visita i parassiti e le loro uova.

Nei casi in cui non si rinvengono parassiti adulti ma solo lendini, queste devono essere differenziate dalle uova di Cheyletiella spp., acaro che, come i pidocchi, depone le uova sul fusto pilifero. 

Le uova di pidocchio sono molto più grandi di quelle di Cheyletiella e presentano un opercolo sulla parte dorsale; inoltre, le lendini di pidocchio, sono saldamente cementate al pelo per almeno i 2/3 della loro lunghezza, mentre quelle di Cheyletiella sono attaccate al pelo da sottili fibrille intrecciate.

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Fig 2 - Adulto di Trichodectes canis: notare la testa molto larga e rettangolare

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Fig. 3 - Adulto di Felicola subrostrata: notare la testa pentagonale

Come si tratta la pediculosi?

 

I pidocchi sono sensibili alla maggior parte degli insetticidi presenti in commercio e attualmente sono registrate diverse molecole per il trattamento della pediculosi.

Per tutte le molecole è raccomandata una singola somministrazione ma, data la resistenza delle uova alla maggior parte degli insetticidi, è consigliabile ripetere il trattamento a distanza di 14 giorni per i pidocchi eventualmente emersi dalle lendini in tempi successivi al primo trattamento.

In copertina: Uovo di pidocchio (lendine) saldamente cementato al pelo

Tutte le immagini sono gentilmente concesse dall'Autore.
“Medico Veterinario - (Dermatologia, Allergologia, Otologia veterinaria e Parassitologia cutanea).”
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