Le tartarughe acquatiche sono molto diffuse, le specie più comuni sono la Chrysemys picta e la Trachemys scripta scripta che, se gestite in modo corretto, possono superare i 30 anni d’età.
Sono animali molto robusti e resistenti tanto da poter essere allevati da adulti in laghetti e stagni anche d’inverno. Il loro habitat in cattività non corrisponde alla classica “vaschetta di plastica”, bensì ad un acquaterrario munito di un filtro per depurare l’acqua, un ossigenatore e un sistema di termostati sia in acqua che nella porzione emersa.
La parte di acqua deve essere alta più del doppio della lunghezza della tartaruga e deve occupare circa 2/3 dell’acquario perché questi animali devono avere la possibilità di nuotare.
La parte emersa serve per fare “basking”, con questo termine si indica il comportamento tipico delle tartarughe quando si espongono alla luce solare.
Le tartarughe acquatiche sono degli animali a sangue freddo non in grado di regolare la loro temperatura corporea; è importante, quindi, che la temperatura all’interno della vasca sia mantenuta costante tra i 22°C e i 28°C durante il giorno, mentre durante la notte può essere anche di 5°C più bassa.
È necessario riscaldare sia l’acqua che la parte emersa.
In acqua si deve inserire un termostato per acquari che può essere in plastica oppure in vetro. In quest’ultimo caso, deve essere protetto da una rete perché gli animali potrebbero procurarsi delle ustioni e le tartarughe di grandi dimensioni potrebbero romperlo con il movimento.
Nella parte emersa deve essere inserita sia una lampada in ceramica collegata ad un termostato per terrari che una lampada UV.
La lampada in ceramica serve per riscaldare l’ambiente non acquatico, in questo modo gli animali non subiranno sbalzi di temperatura una volta usciti dall’acqua.
La lampada UV deve sviluppare UVA e UVB e deve restare accesa per dieci ore al giorno, si consiglia di sostituire la lampada una volta all’anno.
La carenza di esposizione ai raggi UVA/B, che simulano l’esposizione alla luce naturale del sole, può causare l’insorgenza di malattie metaboliche.
La malattia ossea metabolica (MOM, MBD o Metabolic Bone Disease), ad esempio, è una patologia che causa demineralizzazione e ridotta calcificazione del tessuto osseo.
È una patologia tipica delle tartarughe di acqua non gestite in modo corretto e si può prevenire fornendo un ambiente e un’alimentazione idonea alle necessità della specie.
Per quanto riguarda l’alimentazione delle tartarughe di acqua, le tartarughe adulte sono principalmente onnivore ma da piccole preferiscono alimentarsi con una dieta carnivora.
Nei primi anni di vita il cibo deve essere somministrato tutti i giorni, successivamente è possibile alimentarle tre volte a settimana.
La dieta delle tartarughine di acqua deve essere varia e possiamo scegliere diversi alimenti quali: latterini, novellame di sardine e acciughe, ritagli di salmone, sgombro, trota, gamberi decongelati, mazzancolle, scampi, vongole, cozze, pezzetti di pollo e tacchino, mela, cocomero, melone, fagiolini, cicoria, radicchio, carota, lattuga e pellet per tartarughe acquatiche.
Il cibo essiccato deve essere evitato perché è spesso contaminato e povero di sostanze nutritive.
È possibile alimentare le tartarughe di acqua in una vasca a parte per mantenere l’acqua pulita più a lungo.
In questo caso è necessario controllare anche la temperatura dell’acqua della vasca per l’alimentazione al fine di evitare sbalzi termici che potrebbero farle ammalare.
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